Le Forme del Barocco

 

Forme Strumentali

Sonata (dal latino sonare): un brano eseguito da strumenti, in opposizione alla cantata che sta ad indicare un brano interpretato anche da voci. Nel periodo Barocco erano già ben definiti due tipi polifonici di sonata: da chiesa e da camera. La sonata da chiesa, destinata a sostituire le parti mancanti della liturgia vocale e dunque caratterizzata da una severa scrittura, consisteva normalmente di una introduzione lenta (1), un allegro in forma fugata(2), un movimento lento cantabile (3) e un finale allegro (4) in una qualche forma binaria come a suggerire un'affinità con i brani danzabili delle suites. Questo schema, comunque, non è chiaramente definito, fino alle opere di Johann Sebastian Bach e Georg Friedrich Händel, quando divenne la sonata per eccellenza e persiste come tradizione nella musica italiana per violino fino ai primi del XIX secolo nelle opere di Boccherini.

La sonata da camera consisteva quasi interamente di pezzi danzabili stilizzati. Al tempo di Bach e Händel era, da un lato, diventata interamente un corpo separato dalla sonata ed era conosciuta come la suite, la partita, l'ordine o, nel caso avesse un preludio nella forma di un'opera francese, l'ouverture.

 

Il concerto grosso: la cui genesi va cercata in una sorta di espansione sonora della forma della sonata a tre, nei due generi da chiesa e da camera, e risale all'incirca alla metà del Seicento, e venne messo a punto a Roma, verso gli anni '80 del Seicento, da Arcangelo Corelli. Nella sua maturità la divisione tra grosso e soli non consta in una semplice contrapposizione generica basata sul contrasto di sonorità, ma una rigorosa divisione del lavoro di carattere formale: al "grosso" spetta l'esposizione del ritornello, al concertino gli episodi solistici, secondo la successione di parti e movimenti tipica della sonata a tre che verrà poi ripresa dal concerto solistico.

 

Il concerto solista che generalmente individua in Antonio Vivaldi il proprio inventore è  l'evoluzione del concerto grosso verso una forma musicale che prevede uno o più strumenti solisti ai quali è assegnata una partitura obbligata o una sezione (comunemente chiamata sequenza), dedicata all'improvvisazione dell'esecutore.

 

La Toccata una forma musicale inizialmente applicata al liuto e in seguito agli strumenti a tastiera in particolar modo all'organo, che aveva la funzione di breve introduzione. Derivava dalla ricerca improvvisata dello strumento, il termine infatti significa proprio toccare lo strumento e consiste perlopiù in ripetute scale e arpeggi ascendenti e discendenti con variazioni. Più di rado il nome è esteso ad opere per più strumenti, come nel caso dell'inizio dell'opera L'Orfeo di Claudio Monteverdi. La toccata barocca è più articolata e di maggiore durata, intensità e di accresciuto virtuosismo rispetto alla versione tardo-rinascimentale, raggiunge perfino livelli di stravaganza pari all'opprimente attenzione ai dettagli riscontrabili nell'architettura di quel periodo. Spesso compaiono passaggi rapidissimi inframezzati da salti e arpeggi, alternati con parti che prevedono accordi o fughe. A volte manca un tempo regolare, e ciò aumenta quel senso di improvvisazione che contraddistingue spesso questo genere musicale. Le toccate di Bach sono tra gli esempi più famosi per questo tipo di composizione. Le sue toccate per organo sono composizioni brillanti che molto si prestano all'improvvisazione, spesso seguite da un movimento indipendente, chiamato fuga. In questo caso la toccata viene utilizzata al posto del più consueto preludio.

 

La Fuga: una forma musicale polifonica basata sull'elaborazione contrappuntistica di un'idea tematica (a volte due o tre), che viene esposta e più volte riaffermata nel corso della ricerca di tutte le possibilità espressive e/o contrappuntistiche da essa offerte. La struttura della fuga e i procedimenti imitativi e canonici in essa applicati si sono consolidati tra il XV e il XVII secolo. Nel periodo Barocco la fuga è stata la più importante forma contrappuntistica strumentale. Per le sue caratteristiche, la fuga è stata scritta soprattutto per strumenti polivoci (in grado cioè di produrre contemporaneamente due o più suoni) ma anche per vari insiemi strumentali e/o vocali. È considerata una delle più importanti espressioni del contrappunto nella storia della polifonia occidentale.

 

La Suite: le origini della suite si confondono inevitabilmente con la pratica antichissima di accompagnare e sostenere la danza con un numero più o meno elevato di voci o di strumenti. La pratica di codificare in modo rigoroso la denominazione e la successione delle diverse danze è però molto posteriore e avviene, in sostanza quando la suite diventa un "seguito" di danze puramente immaginarie. Si deve a Johann Jakob Froberger, allievo di Frescobaldi, la riduzione della suite alle sue 4 danze "di base" (allemanda, corrente, sarabanda e giga) e sarà questo il modello di base che seguirà J.S.Bach per alcune delle sue suite (ma non per tutte: le sue Suite Inglesi, ad esempio, sono articolate in otto danze).

 

Forme vocali

La Cantata è una forma musicale vocale di origine italiana tipica della musica barocca, formata da una sequenza di brani come arie, recitativi, duetti, cori e brani strumentali. Ha una certa affinità con l'opera barocca, ma l'esecuzione avviene senza apparato scenico e lo spettacolo è di dimensioni minori. Le cantate possono essere profane, e solitamente hanno soggetto mitologico o morale, oppure sacre, ispirate perlopiù a vicende tratte dalla Sacra Scrittura, in latino o in lingue moderne. In Italia i maggiori compositori di cantate sono stati Giacomo Carissimi, Alessandro Scarlatti e Antonio Vivaldi. In Germania importanti furono Georg Friedrich Haendel, Georg Philipp Telemann, Dietrich Buxtehude. Le Cantate sacre (Kirchenkantaten) di J.S.Bach si aprono con un corale intonato in forma non polifonica, proseguono con una serie di arie, recitativi e concertati e si concludono con un corale elaborato in forma contrappuntistica.

 

L'Oratorio è una composizione musicale d'ispirazione religiosa, ma non liturgica, con trama compiuta, presentata in forma narrativa ma senza rappresentazione scenica; viene fatto derivare dalla Lauda cinquecentesca. Più ancora che in quella, qui la musica ha lo stesso carattere e il medesimo stile di quelle che saranno, da lì a poco, le opere teatrali puramente intese.