NON stampare il PDF, te ne servirà solo una parte che sceglierai dopo aver visto tutti i tutorial, per questo ti conviene prima ascoltare e solo alla fine scaricare il PDF per riassumere sul quaderno i primi 3 Tutorial e...i compositori che sceglierai.
LE FORME NARRATIVE:
Quando un compositore si serve della musica per “raccontare qualcosa”, modella la forma della composizione adattandola agli “episodi” del suo racconto; egli crea così una nuova forma.
Questa nuova forma, che possiamo definire narrativa, o narrativo-descrittiva, presenta quasi sempre uno svolgimento privo di interruzioni, cioè in un solo movimento, e deriva da un tipo di composizione per orchestra a contenuto programmatico, cioè con un programma, che nell’ottocento fu inventato e usato per la prima volta dal compositore romantico Franz Liszt, il quale lo chiamò Poema sinfonico.
Possiamo immaginare il Poema sinfonico come una Sinfonia che si è liberata del suo vestito un po’ stretto (la forma) per giocare liberamente con le note e con i timbri orchestrali senza preoccuparsi troppo delle regole. Esso si ispira generalmente ad argomenti letterari, pittorici, storici, geografici e anche autobiografici: è insomma, una Sinfonia che vuole raccontare e descrivere qualcosa servendosi dell’orchestra; la sua forma piuttosto libera, caratterizzata da elementi timbrici d’effetto (onomatopeici) e da motivi ricorrenti (temi conduttori) che evocano situazioni, storie o paesaggi, come ad esempio La Moldava di Smetana e la Danza Macabra di Saint Saens.
Altri brani orchestrali affini al Poema sinfonico sono:
LE FORME AGGREGATIVE:
Le forme aggregative sono quelle strutture modificabili nelle quali troviamo una semplice aggregazione, una successione di brani diversi, ciascuno dei quali è composizione a sé stante eseguibile anche da sola.
Il compositore romantico Robert Schumann, ad esempio, amava comporre dei brevi pezzi per pianoforte totalmente diversi l’uno dall’altro che riuniva sotto titoli fantasiosi e poetici: “Scene infantili”, “Scene dal bosco”, “Carnaval”, “Papillon” ecc., dei quali magari uno è più conosciuto ed eseguito di altri, come ad esempio Sogno da Scene infantili o il primo brano di Papillons.
LA SUITE MUSICALE
La forma aggregativa più usata a partire dall’Ottocento è senz’altro la Suite (dal francese suite “seguito, successione”), che è una raccolta, una successione di pezzi musicali diversi con una medesima destinazione o un filo logico che li unisce; può essere paragonata a una serie di racconti dello stesso autore riuniti sotto un solo titolo.
La Suite di questo tipo riunisce generalmente i brani più celebri tratti da opere musicali molto lunghe, ad esempio Opere liriche, musiche di scena e balletti, e si definisce moderna per distinguerla da quella classica, usata soprattutto nel periodo barocco per riunire danze antiche di diversi stili e andamenti.
Esempi:
PEER GYNT di Edvard Grieg:
nella Suites Op. 46 n.1 sono Raccolti quattro brani che portano i titoli seguenti:
IL CARNEVALE DEGLI ANIMALI di Camille Saint Saens