Il Romanticismo


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NON stampare il PDF, te ne servirà solo una parte che sceglierai dopo aver visto tutti i tutorial, per questo ti conviene prima ascoltare e solo alla fine scaricare il PDF per riassumere sul quaderno i primi 3 Tutorial e...i compositori che sceglierai.




Le Forme

  • Improvviso: è un breve pezzo per pianoforte che dà un’impressione di improvvisazione estemporanea, cioè sembra inventato sul momento, è in forma libera e spesso è a carattere “virtuosistico”, molto veloce e difficile. Sono famosi gli improvvisi di Chopin e di Schubert;
  • Fantasia: anticamente il termine era già stato usato, ma nell’Ottocento indicò un brano con uno svolgimento libero basato sull’immaginazione del compositore; sono famose le Fantasie di Chopin;
  • Scherzo: nel periodo classico aveva una forma rigorosamente tripartita e poteva essere inserito come terzo tempo nella Sinfonia, al posto del minuetto; Chopin lo trasformò in una forma libera e piena di accenti drammatici, senza nulla di scherzoso,
  • Capriccio: nel Seicento era così chiamato un tipo di composizione improvvisata e fantasiosa, nel Settecento e nell’Ottocento il termine fu usato per indicare composizioni virtuosistiche, libere da schemi formali e a volte umoristiche. Famosi sono i Capricci per violino di Paganini e il Capriccio italiano di Ciaikovskij;
  • Notturno: è una composizione per pianoforte creata nel periodo romantico dal musicista inglese John Field, ma divenuta famosa con Chopin. Ha svolgimento melodico ed espressione indefinita simile a un Sogno, a volte calmo e sereno e a volte interrotto da visioni tormentate e dolorose;
  • Foglio d’album: è un breve pezzo di musica che è quasi una “pagina di diario” da tenere insieme ai ricordi più cari. La sua forma dipende totalmente dal gusto a dalla fantasia del compositore; il più famoso è Per Elisa di Beethoven
  • LIED

 

LE FORME NARRATIVE:

Quando un compositore si serve della musica per “raccontare qualcosa”, modella la forma della composizione adattandola agli “episodi” del suo racconto; egli crea così una nuova forma.

Questa nuova forma, che possiamo definire narrativa, o narrativo-descrittiva, presenta quasi sempre uno svolgimento privo di interruzioni, cioè in un solo movimento, e deriva da un tipo di composizione per orchestra a contenuto programmatico, cioè con un programma, che nell’ottocento fu inventato e usato per la prima volta dal compositore romantico Franz Liszt, il quale lo chiamò Poema sinfonico.

 

Possiamo immaginare il Poema sinfonico come una Sinfonia che si è liberata del suo vestito un po’ stretto (la forma) per giocare liberamente con le note e con i timbri orchestrali senza preoccuparsi troppo delle regole. Esso si ispira generalmente ad argomenti letterari, pittorici, storici, geografici e anche autobiografici: è insomma, una Sinfonia che vuole raccontare e descrivere qualcosa servendosi dell’orchestra; la sua forma piuttosto libera, caratterizzata da elementi timbrici d’effetto (onomatopeici) e da motivi ricorrenti (temi conduttori) che evocano situazioni, storie o paesaggi, come ad esempio La Moldava di Smetana e la Danza Macabra di Saint Saens.

Altri brani orchestrali affini al Poema sinfonico sono:

  • Lo Schizzo sinfonico, più breve e conciso nella trattazione dei temi, come Nelle steppe dell’Asia centrale di Aleksandr Borodin
  • Il Quadro sinfonico, con intendimenti più descrittivi e pittorici, come In un mercato persiano di Albert W. Ketelbey
  • La Fiaba sinfonica, una composizione a contenuto favolistico e con una voce recitante, come Pierio e il Lupo di Sergej Prokofiev
  • Lo Scherzo sinfonico, sempre simile al Poema sinfonico, ma ispirato a storie o a personaggi divertenti, come L’apprendista Stregone di Paul Dukas (reso celebre dal cartone animato di Walt Disney)

LE FORME AGGREGATIVE:

Le forme aggregative sono quelle strutture modificabili nelle quali troviamo una semplice aggregazione, una successione di brani diversi, ciascuno dei quali è composizione a sé stante eseguibile anche da sola.

Il compositore romantico Robert Schumann, ad esempio, amava comporre dei brevi pezzi per pianoforte totalmente diversi l’uno dall’altro che riuniva sotto titoli fantasiosi e poetici: “Scene infantili”, “Scene dal bosco”, “Carnaval”, “Papillon” ecc., dei quali magari uno è più conosciuto ed eseguito di altri, come ad esempio Sogno da Scene infantili o il primo brano di Papillons.

 

LA SUITE MUSICALE

La forma aggregativa più usata a partire dall’Ottocento è senz’altro la Suite (dal francese suite “seguito, successione”), che è una raccolta, una successione di pezzi musicali diversi con una medesima destinazione o un filo logico che li unisce; può essere paragonata a una serie di racconti dello stesso autore riuniti sotto un solo titolo.

La Suite di questo tipo riunisce generalmente i brani più celebri tratti da opere musicali molto lunghe, ad esempio Opere liriche, musiche di scena e balletti, e si definisce moderna per distinguerla da quella classica, usata soprattutto nel periodo barocco per riunire danze antiche di diversi stili e andamenti.

Esempi:

PEER GYNT di Edvard Grieg:

nella Suites Op. 46 n.1 sono Raccolti quattro brani che portano i titoli seguenti:

  • Il mattino
  • La morte di Aase
  • La danza di Anitra
  • Nell’antro del re della montagna

IL CARNEVALE DEGLI ANIMALI di Camille Saint Saens

 

 

 


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